Rifacimento del Met. Pieve di Soligo – San Polo di Piave – Salgareda ed opere connesse
Progettiamo infrastrutture per andare a tutto gas
Rifacimento del Met. Pieve di Soligo – San Polo di Piave – Salgareda ed opere connesse
Il Rifacimento del metanodotto Pieve di Soligo – San Polo di Piave – Salgareda ed opere connesse si sviluppa completamente in Regione in Veneto, provincia di Treviso (n. 12 comuni interessati), per circa 36,5 km, con diametri dal DN 300 (12”) a DN 100 (4”) e DP (Design Pressure) di 75 bar. Il progetto prevede la realizzazione di n. 14 Impianti di linea, n.1 T.O.C. per uno sviluppo complessivo di circa 345m e circa 27 trivellazioni con spingitubo.
Il nuovo metanodotto, la cui posa è prevista per gran parte in parallelismo alla tubazione esistente da porsi fuori esercizio, attraversa per circa il 70% terreni coltivati a vite per prosecco.
La progettazione dell’opera è stata eseguita tenendo conto della complessità geologica di alcuni siti attraversati dal tracciato, concomitanti con aree ZSC, in modo da poter garantire la riuscita della posa della linea anche in presenza di difficoltà realizzative.
La realizzazione delle opere è stata preceduta da un lungo e complesso iter autorizzativo, gestito integralmente da COMIS, a tutti i livelli: nazionale, regionale, provinciale e comunale, coinvolgendo nell’ambito di una progettazione partecipata con il territorio, tutti gli Enti pubblici competenti, i Gestori di infrastrutture e servizi, i proprietari dei terreni interessati e le varie associazioni di categoria.
L’Opera è stata sottoposta a procedimento di Studio di Impatto Ambientale concluso con “Decreto di compatibilità ambientale”, notificato dal Ministero Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare con Prot. 0000257 del 05-09-2019.
COMIS si è occupata infatti anche delle attività di acquisizione dei permessi privati con i proprietari dei terreni attraversati dei gasdotti e delle relative aree di cantiere, ivi compresa la redazione degli stati di consistenza ottenendo una ottima percentuale di accordi bonari (superiore al 90%). Nei rimanenti casi sono state avviate le pratiche di richiesta di imposizione coattiva di servitù.
In particolare nella scelta del tracciato sono state coinvolte le associazioni di categoria quali Coldiretti, C.I.A. e Confagricoltura così da coordinare la gestione delle attività di cantiere in relazione alle pratiche colturali e definire nel modo più corretto possibile le procedure di indennizzo danni.
Oltre alle attività di progettazione e permitting COMIS ha svolto tutti gli adempimenti previsti dal D.L.gs. 81/08, ha redatto il progetto dei ripristini vegetazionali, quello del Piano di Monitoraggio e la sua attuazione Ante, Corso e Post Opera.
Particolare impegno è stato rivolto, sia in fase di progettazione che realizzativa, alla mitigazione degli impatti ambientali, che ha comportato una rigorosa calendarizzazione delle attività di posa della condotta in funzione delle diverse componenti ambientali interessate (vegetazionale, faunistica, rumore, terreno e acque), la messa in campo di apprestamenti come barriere fonoassorbenti provvisorie, barriere per erpetofauna, cassette rifugio per chirotteri e piccoli mammiferi tra i quali il “moscardino” che rientra tra le specie tutelate.
Il cantiere, iniziato nel 2019, ha visto COMIS operare in qualità di Direzione e Supervisione Lavori oltre che di Coordinatore per la Sicurezza e referente per la gestione degli aspetti e prescrizioni Ambientali.